venerdì 4 luglio 2014

All'Umbria serve il coraggio di cambiare

E’ questo il messaggio che è stato lanciato dall’incontro organizzato dalla Cisl e dalla categoria della Funzione pubblica con i quadri e delegati sindacali del settore Enti locali (regione, Provincie, Comuni, Comunità Montane) al quale ha partecipato anche il professor Francesco Clementi dell’Università di Perugia,già componente della Commissione per le riforme costituzionali nominata dal Governo italiano in questa legislatura e, in Umbria, coinvolto a titolo gratuito sulle riforme endoregionali in corso alla luce della c.d. riforma Delrio che cancella le province.

L’incontro, presieduto dal segretario Fp Cisl Ubaldo Pascolini, è stato introdotto dal segretario Cisl Claudio Ricciarelli, il quale ha illustrato il processo di riforma istituzionale in atto in Umbria a seguito alla Legge Delrio e le idee della Cisl per modernizzare e rendere inclusivo il sistema istituzionale umbro e, con esso, migliorare i servizi per i cittadini, favorire la crescita economia e il lavoro, promuovere coesione sociale e contrastare le disuguaglianze, valorizzando il lavoro pubblico.

Con il processo di riforma istituzionale si dovranno affermare in Umbria alcuni principi essenziali, quali:

Semplificazione dei livelli istituzionali passando dagli attuali 5 a 3,
Responsabilità (ogni funzione pubblica deve essere intestata ad un solo livello istituzionale e a questa devono corrispondere risorse, dotazioni organizzative e personale)
Sussidiarietà per avvicinare i servizi ai cittadini e coinvolgereattivamente i corpi sociali vitali della società regionale alla gestione dei beni comuni.
Efficienza efficacia ed economicità dei servizi della Pubblica amministrazione, riducendo l’invadenza impropria della politica nella sfera di gestione, responsabilizzando e selezionando al meglio la dirigenza, facendo prevalere il merito e non l’appartenenza nei meccanismi di selezione del personale.

Ricciarelli ha insistito in particolare sull’esigenza di un’attuazione coerente della Legge Delrio in Umbria che consenta una chiarezza di compiti, funzioni e responsabilità chiare fra i tre livelli istituzionali, mettendo in parallelo il processo di riattribuzionedelle funzioni alle nuove Provincie con il processo di elezione dei nuovi organi eletti e autogovernati dai sindaci.

Per la Cisl è importante che nello smontare e rimontare le funzioni delle attuali Provincie ci sia un disegno chiaro e una visione condivisa: la Regione come livello di programmazione e legislazione, i Comuni come livello di gestione, le nuove Provincie come Enti intermedi di gestione di funzioni di area vasta, assorbendo le residue funzioni amministrative delle ex comunità montane e il personale interessato.

La Cisl chiede di fare una scelta che consenta di riunificare ad ununico soggetto le funzioni relative al mercato del lavoro, formazione professionale e servizi per l’impiego per favorireun’azione più efficace a sostegno del lavoro e dell’occupazione.

Si dovrà infine favorire un processo uniforme di associazionismo dei piccoli comuni in tutta la Regione che stimoli partecipazione dei cittadini e ricadute positive per le comunità locali nella qualità, quantità e costi dei servizi e dell’azione amministrativa.

Inoltre, il segretario Pascolini ha posto l’attenzione sulla necessità di tutelare e valorizzare il personale in questo processo di riforma dando seguito agli accordi con garanzie sulla certezza di lavoro,anche per i precari, mantenendo lo status giuridico e trattamentieconomici, valorizzando le professionali anche con percorsi di formazione e riqualificazione là dove è necessario.

Per questi obiettivi il sindacato della funzione pubblica, unitariamente, ha predisposto un documento di proposte che intende sostenere anche con azioni di pressione sindacale come quella prevista per il 7 luglio davanti alle prefetture di Perugia e Terni.

Il professor Francesco Clementi, nel suo apprezzato intervento, ha sottolineato l’esigenza di mettere in sintonia la riforma istituzionale regionale con il processo più complessivo di riforme costituzionali avviato dal Governo nazionale con particolare riferimento anche al Titolo Quinto sulla legislazione concorrente fra Stato e Regioni.

Inoltre, ha sottolineato il professore, si dovrà fortementesemplificare il processo amministrativo regionale, affermando il principio di “un soggetto, una funzione, una risorsa”. Importante sarà anche collegare il processo di riforma dell’assetto istituzionale dell’Umbria alla futura legge elettorale e all’adeguamento dello statuto con l’obiettivo di ridurre l’invasività della politica e suoi costi impropri, avvicinando l’eletto agli elettori, lungo, in particolare, tre principi: di responsabilità, di trasparenza e di sussidiarietà. D’altronde, ha continuato il professore la Regione dell’Umbria si merita “un nuovo metodo - più aperto, meno intermediato, più attento all’ascolto - nella gestione dei rapporti tra cittadini ed istituzioni; un metodo che  –ha concluso – rappresenta già l’inizio del merito per un cambiamento non più rinviabile.


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