martedì 31 marzo 2015

Siglato il rinnovo del CCNL TERZIARIO

Roma, 31 marzo 2015 - Nel difficile contesto economico e sociale attuale la conclusione positiva dei negoziati e la sottoscrizione di un’intesa unitaria è un segnale importante e significativo” così le segreterie nazionali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno commentato l’ipotesi di accordo di rinnovo del contratto nazionale di lavoro del terziario, della distribuzione e dei servizi siglata nella tarda serata di ieri dai sindacati di categoria con l’associazione datoriale Confcommercio.
“Dopo l'interruzione della trattativa del giugno dello scorso anno – hanno proseguito le segreterie nazionali – è stata raggiunta un'intesa unitaria che consegna un risultato salariale e normativo per il triennio 2015 - 2017”. 
Il nuovo contratto nazionale di lavoro, in vigore dal 1° aprile 2015, sarà applicato ad oltre 3 milioni di lavoratrici e lavoratori del terziario, commercio, distribuzione e servizi, per i quali l’intesa ha stabilito un aumento economico di 85,00 euro al IV livello da riparametrare per gli altri livelli e da erogare in 5 tranche.  
L’intesa riconosce inoltre un elemento economico di garanzia per l’effettiva affermazione del secondo livello di contrattazione quantificato in 90 euro per le aziende con più di 10 dipendenti e in 80 euro per le aziende al di sotto dei 10 dipendenti da rapportare in scala parametrale per i diversi livelli. Viene dunque così confermato il ruolo del secondo livello di contrattazione aziendale e territoriale. 
Molte le novità introdotte sul versante normativo a cominciare dall’introduzione del sistema di classificazione del personale del settore Ict - tecnologie dell'informazione e della comunicazione - da tempo una parte importante e innovativa del terziario avanzato.
Sul tema del mercato del lavoro, nel confermare le percentuali di utilizzo del contratto a termine, le parti hanno stabilito l’estensione della normativa sull’apprendistato - con la percentuale di conferma del 20% - a tutte le aziende del settore indipendentemente dalla dimensione. 
Per la durata di vigenza del nuovo contratto, potrà essere attivata una particolare forma di contratto a tempo determinato, della durata di 12 mesi, finalizzata all’inserimento nel mercato del lavoro di soggetti in condizioni di particolare svantaggio - lavoratori che hanno terminato l’utilizzo degli ammortizzatori sociali senza aver trovato ricollocazione, lavoratori autonomi o parasubordinati con un reddito inferiore al reddito annuale minimo escluso da imposizione - per i quali è previsto un percorso formativo a fronte di un inserimento crescente negli inquadramenti. 
L’accordo dà inoltre attuazione alla nuova 
governance della bilateralità di settore. 
“Il grande senso di responsabilità nei confronti dei milioni di lavoratori coinvolti ha consentito di superare vecchie divisioni con l’intenzione di affrontare una crisi economica che ha investito anche il settore commerciale” hanno commentato Filcams Fisascat e Uiltucs”
“Nella ricerca della mediazione è stato riconfermato il secondo livello di contrattazione – hanno concluso le tre segreterie nazionali – confermando nel contempo la validità e la centralità del contratto nazionale che, in una fase ancora critica per il paese, contraddistinta da stagnazione dei consumi e incertezze per i prossimi mesi, valorizza il sistema delle relazioni sindacali.”
L’ipotesi di accordo siglata sarà sottoposta all’assemblea unitaria delle strutture e dei delegati in programma a Roma per  il 14 aprile prossimo e poi alla consultazione delle lavoratrici e dei lavoratori nei luoghi di lavoro.

Rinnovato il Contratto Nazionale del Commercio

Dopo un anno di trattative Confcommercio, ha sottoscritto con Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs–Uil l'accordo che decorre dal prossimo primo aprile e avrà durata fino al 31 dicembre 2017. Previsti un aumento a regime di 85 euro e significative novità come il contratto a tempo determinato per il sostegno all'occupazione e una reale semplificazione nella flessibilità della distribuzione dell'orario.

 L'accordo che avrà durata fino al 31 dicembre 2017, prevede un aumento a regime di 85 euro .   

giovedì 19 marzo 2015

Grande criticità per il punto vendita Mercatone Uno di Magione


La grave crisi del gruppo Mercatone business colpisce anche gli addetti del punto vendita di Magione, dopo che l'azienda ha presentato richiesta di concordato presso il Tribunale di Bologna, nel quale è stato presentato un piano di salvataggio che prevede la cessione di 34 dei 72 punti vendita di tutto il territorio nazionale, da martedì abbiamo preso coscienza che il p.v. di Magione non rientra tra quelli che resteranno aperti.

La Fisascat Cisl, dopo aver avuto un confronto con l'assessore regionale e in costante contatto con il sindaco di Magione, sta partecipando al tavolo nazionale di crisi strutturato presso Il Ministero dello Sviluppo Economico che verrà riconvocato il 1' di Aprile, allo stesso tavolo, vista la gravità della situazione che vede coinvolti circa 4000 dipendenti diretti in tutta Italia, oltre a tutto l'indotto, verràinvitata a partecipare anche la Regione Umbria insieme a tutte le altre regioni italiane, al fine di trovare le più ampie disponibilità funzionali ad individuare strumenti ulteriori in grado di salvare la difficile situazione.

Nel punto vendita di Magione sono occupati circa 40 dipendenti, donne e uomini che nell'azienda hanno visto crescere le loro professionalità,  per i quali il futuro occupazionale e' appeso all'eventuale disponibilità a rilevare l'attività da parte di un operatore commerciale interessato al singolo punto vendita, in quanto tra i 34 punti vendita oggetto della proposta di concordato non rientra quello umbro.

Stante l'attuale  situazione l'azione delle istituzioni e del sindacato in questa fase deve essere orientata a ricercare, all'interno dell'unità di crisi, le eventuali manifestazioni di interesse ed a rendere il piùpossibile "appetibile" il punto vendita di Magione, che nel corso degli anni e' sempre stato tra quelli maggiormente profittevoli all'interno del panorama Mercatone Uno, salvo poi subire un calo del fatturato anche per il gravoso onere dell'affitto dell'immobile.

Aspettiamo con fiducia i prossimi incontri al Ministero dello Sviluppo Economico coscienti del fatto che per i lavoratori di Magione la strada è tutta in salita.


mercoledì 18 marzo 2015

La FISASCAT è la prima categoria tra i lavoratori attivi






COMUNICATO STAMPA

TESSERAMENTO CISL 2014, CON OLTRE 320.000 ISCRITTI LA FISASCAT E’ LA PRIMA FEDERAZIONE DEI LAVORATORI ATTIVI
RAINERI: “GRANDE SODDISFAZIONE PER I LAVORATORI DEL TERZIARIO, COMMERCIO, TURISMO E SERVIZI”


Roma, 18 marzo 2015 - La Fisascat, la federazione sindacale di categoria delle lavoratrici e dei lavoratori del terziario, commercio, turismo e servizi della Cisl, nel 2014 ha registrato, con oltre 320.000iscritti, un incremento della base associativa superiore al 5% rispetto all’anno precedente. Con oltre 16.000 nuovi tesserati la Fisascat diventa cosi la prima federazione della Cisl per numero dei lavoratori attivi iscritti. Il tesseramento supera anche quota 360.000 per la F.I.S.T. - la nuova federazione italiana dei sindacati del terziario nata nel 2014 dalla sinergia della Fisascat con la Felsa, la federazione dei lavoratori somministrati, autonomi e atipici della Cisl – che in queste settimane sta concretizzando il percorso di costituzione delle federazioni regionali di categoria. L’incremento del tesseramento è stato accolto con grande soddisfazione dai vertici della Fisascat. 
“Nel 2014, nonostante la recessione e le conseguenti ricadute occupazionali, è cresciuto comunque il consenso della base associativa alla Fisascat Cisl – ha dichiarato il segretario organizzativo della categoria Rosetta Raso – L’aumento degli iscritti è in linea con l’andamento del tesseramento degli ultimi anni, in costante crescita, un risultato raggiunto soprattutto grazie all’impegno delle federazioni territoriali, dei dirigenti, dei quadri e dei rappresentanti sindacali nei luoghi di lavoro”.
“L’anno appena trascorso è stato uno dei più pesanti per gli addetti dei diversi comparti del terziario privato, coinvolti inesorabilmente dalle numerose procedure di mobilità avviate dalle aziende in difficoltà per effetto della crisi e dello stallo dei consumi” ha commentato il segretario generale della Fisascat Pierangelo Raineri. “Il risultato ottenuto premia l’impegno della federazione a tutti i livelli - ha aggiunto Raineri - L’esperienza contrattuale nel commercio, turismo e servizi ha dimostrato in questi anni come sia possibile concepire e costruire, attraverso relazioni sindacali efficaci e proiettate al dialogo, un solido sistema di welfare integrativo capace di supportare i lavoratori e le lavoratrici anche in tempi di forte crisi”.
Un impegno che il segretario generale della Fisascat promette di mantenere. “Proseguiranno proprio in queste settimane le trattative per rinnovare i contratti nazionali applicati agli oltre 6 milioni di addetti del terziario, della distribuzione, dei servizi, del turismo, degli studi professionali, del settore termale e delle imprese di pulizia e dei servizi integrati, dove andrà consolidata questa capacità della contrattazione di primo livello per rafforzare tutele e diritti” ha annunciato Raineri rimarcando gli obiettivi della categoria cislina.
“Ci attendono dunque nuove sfide a cominciare dalla rivisitazione del modello contrattuale – ha concluso Raineri - la Fisascat sarà in prima linea per riaffermare la validità della contrattazione nazionale e favorire, nel contempo, l’effettivo decollo del secondo livello decentrato aziendale e territoriale, essenziale per il mantenimento dei livelli occupazionali e per la creazione di moderni processi partecipativi dei lavoratori e di dinamiche salariali sempre più collegate alla produttività, da concretizzare attraverso una necessaria e nuova intesa tra il sindacato e le associazioni delle aziende del settore, per varare un nuovo modello contrattuale da adattare anche all’inflazione vicina allo zero”.

giovedì 12 marzo 2015

Liomatic licenzia senza crisi



 

Una vertenza alquanto anomala si conclude senza accordo, al via i licenziamenti

 

Dalla settimana scorsa la società Liomatic ha iniziato a consegnare le lettere di licenziamento, i primi a ricevere la comunicazione sono stati i dipendenti di San Giustino, a seguire quelli di Terni ed in fine è toccato a quelli di Perugia.

Una vertenza iniziata nel mese di Settembre che si èconclusa il 19 Novembre a Roma presso la sede del Ministero del Lavoro senza accordo che potrebbe portare a 151 licenziamenti su tutto il territorio Nazionale, ma èl'Umbria che pagherà il prezzo maggiore.

La Fisascat Cisl Umbria manifesta tutta la sua preoccupazione per come si sia conclusa la vertenza, per come si sia voluto a tutti i costi portare a casa un risultato che l'azienda aveva già determinato in partenza e che avrebbe dovuto vedere il sindacato nella parte di colui che doveva semplicemente certificare una decisione aziendale.

Dopo aver preso atto dell'impossibilità di utilizzare gli ammortizzatori sociali, in virtù di un inquadramento presso l'INPS che equipara una azienda commerciale di 650 dipendenti alla figura del venditore ambulante (determinando un risparmio economico di oltre 20 euro al mese per ogni dipendente ) e dopo aver tentato di utilizzare la cassa integrazione in deroga, che la dirigenza Liomatic ha fatto pesare come una concessione a suo carico alle Organizzazioni sindacali, la trattativa è naufragata a seguito di un cavillo giuridico che l'azienda avrebbe potuto agilmente sanare ma che alla prova dei fatti ha dimostrato che non c'era alcuna intenzione di raggiungere un'intesa con le rappresentanze dei lavoratori. 

Dopo aver svolto numerosi incontri sia in sede di trattativa che in sede ministeriale, nel corso delle quali è emerso che l'azienda chiuderà il bilancio in attivo anche per l'anno 2014 ed aver preso atto delle prossime strategie per gli anni a venire, la Fisascat Cisl Umbria ha percepito che dietro alla scelta di procedere ai licenziamenti non ci fosse una effettiva necessità di adeguare l'azienda al mercato, ma forse molto più probabilmente l'interesse a creare le condizioni per rendere il prodotto LIOMATIC più appetibile, in un mercato ( quello del vending ) caratterizzato da continue acquisizioni, dismissioni e fusioni.

In questi mesi di trattativa abbiamo verificato come, l'atteggiamento aziendale fosse più predisposto a monetizzare le disponibilità dei singoli lavoratori a " fuoriuscire in forma volontaria " che non ad intavolare un percorso di relazioni sindacali  basate sul reciproco riconoscimento e finalizzate a mantenere il più possibile i livelli occupazionali, oggi, dopo aver tentato tutte le strade per evitare i licenziamenti dobbiamo prendere atto di aver fallito nel nostro obiettivo, di non essere riusciti a creare quelle condizioni necessarie per un accordo, ma siamo anche convinti che per raggiungere un accordo e'necessario che 2 volontà perseguano lo stesso obiettivo, cosa che in questa trattativa non abbiamo mai percepito.

 

Fisascat Cisl Umbria

Perugia, 12 marzo 2015