mercoledì 30 luglio 2014

Ast: i sindacati dalle istituzioni, riaprire discussione su un vero piano industriale


Il Governo italiano deve azzerare e riavviare la discussione sul futuro di Ast con la multinazionale ThyssenKrupp e con le istituzioni locali e il sindacato sulla base di un vero piano industriale, che garantisca prospettive e certezze alla più importante industria di acciai speciali del paese e al principale sito produttivo dell’Umbria. Il piano presentato dall’amministratore delegato di Ast, Lucia Morselli, è da considerarsi inaccettabile e irricevibile”.

E’ questo il messaggio consegnato oggi, 23 luglio, da Cgil, Cisl e Uil provinciali e regionali, affiancate dalle categorie dei metalmeccanici di Terni (Fiom, Fim, Uilm, Fismic, Ugl) e dalla Rsu di viale Brin, alle istituzioni locali, in un incontro al quale hanno preso parte i segretari generali dei tre sindacati umbri, Mario Bravi, Ulderico Sbarra e Claudio Bendini, insieme al sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, all’assessore regionale Vincenzo Riommi e al presidente della Provincia, Feliciano Polli.

I sindacati hanno ribadito alle istituzioni locali la necessità di “un’azione forte e immediata” nei confronti del governo nazionale, chiamato a sua volta a sollecitare un intervento dell’Unione Europea, affinché la vertenza Ast, “che ha una chiara valenza nazionale ed europea, sia affrontata e risolta ai livelli che le competono”.

I sindacati hanno anche ribadito la necessità di una svolta negli indirizzi economici nazionali ed europei, che restituisca finalmente al paese una politica industriale seria ed efficace. “Solo così – hanno avvertito – anche la vertenza Ast potrà essere inquadrata in un progetto di ripresa e sviluppo del paese”.

Intanto, i sindacati dei metalmeccanici di Terni e le Rsu, dopo la settimana di scioperi con assemblee in corso, stanno predisponendo un nuovo calendario di iniziative di mobilitazione che verrà reso noto nei prossimi giorni.


venerdì 11 luglio 2014

Cig in deroga: lavoratori umbri da 6 mesi senza reddito

E’ inderogabile sbloccare immediatamente le risorse per la copertura finanziaria della cassa integrazione in deroga da parte del governo, visto che i pagamenti sono fermi in Umbria da 6 mesi. Ma l’esecutivo invece, a fronte di un’emergenza assoluta che nella regione interessa ormai 11.500 persone delle quali 3.370 a zero ore (quindi completamente prive di reddito), continua a non dare risposte.

Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria sono scese in piazza oggi, 11 luglio, a Perugia, sotto il palazzo della prefettura, per manifestare il disagio e la rabbia dei lavoratori e delle lavoratrici dell’Umbria, con un presidio molto partecipato che ha coinvolto tutte le categorie colpite da questa situazione insostenibile.

I sindacati hanno poi consegnato in prefettura un documento nel quale hanno sottolineato ancora una volta la necessità di un intervento immediato: “L’annunciata riforma degli ammortizzatori sociali – si legge nel documento consegnato da Cgil, Cisl e Uil - con il superamento di quelli in deroga, necessaria a condizione che diventi uno strumento universale ed inclusivo, non può essere utilizzata per ignorare l’esistente: l’emergenza di tutela del reddito di chi oggi si trova collocato in cassa integrazione in deroga”.

Numerosi gli interventi nel corso del presidio, anche da parte di lavoratori che stanno vivendo sulla propria pelle questa situazione di forte incertezza. “Nella mia piccola realtà lavorativa, ho visto tanti colleghi versare lacrime per la situazione che stanno vivendo – ha detto prendendo la parola Gianpiero Della Vecchia, lavoratore in cassa integrazione della Pucciarini Spa, senza reddito da gennaio 2014 – quando si vive alla giornata e non sai cosa mettere sulla tavola, guardare negli occhi i propri figli significa vedere la propria tragedia e non più il futuro e la speranza. Eppure – ha proseguito il lavoratore – la via d’uscita esiste e non va ricercata lontano da noi, ma nella nostra Carta costituzionale che ha in sé tutte le garanzie di cui i lavoratori e i cittadini hanno bisogno”.

Claudio Ricciarelli, segretario regionale Cisl, ha sottolineato la necessità di garantire le risorse per la copertura della Cig in deroga per l’intero 2014, attuando un’azione efficace di lotta agli sprechi e alle rendite finanziarie. Per Mario Bravi, segretario generale della Cgil dell’Umbria, c’è la necessità di aprire una “Vertenza Umbria” che affronti il dramma del lavoro in questo 2014, anno in cui “si continua a distruggere l’occupazione senza dare risposte sul versante degli ammortizzatori sociali”.  Francesca Fiorucci, segretaria regionale della Uil, ha annunciato il proseguo della mobilitazione unitaria, a partire dall’appuntamento nazionale a Roma il 22 luglio con una manifestazione delle regioni del centronord sotto Montecitorio.

Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria hanno infine sottolineato la grave assenza della politica, dei Parlamentari e delle istituzioni locali, in particolare della Regione, all’iniziativa odierna, nonostante le molteplici sollecitazioni ricevute dai sindacati in questi giorni.



giovedì 10 luglio 2014

MANIFESTAZIONE PRESIDIO CASSINTEGRATI IN DEROGA


Il ricorso agli ammortizzatori sociali nella nostra regione nei primi 6 mesi del 2014 conferma una situazione di crisi pesante che dura ormai da 6 anni.

Con la prima tranche di finanziamento sono stai coperti gli ultimi mesi del 2013 e solo 548 domande del 2014 a fronte delle  oltre 5.000 presentate dalle aziende e non ancora autorizzate a causa della mancata copertura finanziaria da parte del Governo.

 

I lavoratori umbri coinvolti dalla cassa in  deroga sono complessivamente 11.500 di questi 3370 sono a zero ore , quindi senza reddito alcuno.

 

L’annunciata riforma degli ammortizzatori sociali, che peraltro riteniamo assolutamente  necessaria, non può essere utilizzata per ignorare l’esistente:   l’emergenza di tutela del reddito di chi oggi si trova collocato in cassa integrazione in deroga.

 

CGIL  CISL   UIL     UMBRIA       ritengono inderogabile sbloccare immediatamente  le risorse per  la copertura finanziaria da parte del governo.Governo che continua a non dare risposte, nonostante le sollecitazioni delle nostre organizzazioni e della conferenza delle regioni e per questo hanno

 

indetto una  manifestazione/presidio delle nostre strutture e dei lavoratori interessati che si terrà venerdì 11 luglio  dalle 10.30 alle 12.30 davanti alla prefettura di  Perugia in Piazza Italia.

 

 

Chiediamo inoltre alle Associazioni datoriali di assumere le loro iniziative per evitare il disastro della chiusura di centinaia di aziende del nostro territorio e evitare alle stesse imprese i rischi connessi ad una mancata copertura degli ammortizzatori sociali in deroga.

 

 

Per CGIL CISL UIL UMBRIA il presidio dell’11 luglio è il primo atto di  mobilitazione all’interno della ” Vertenza Umbria “ che annuncia un autunno molto caldo!


sabato 5 luglio 2014

INSIEME PER RIPARTIRE LA FILCA CISL UMBRIA METTE A CONFRONTO IDEE E PROGETTI


TREVI- Insieme per ripartire: il Convegno organizzato dalla Filca Cisl Umbria, che si è tenuto oggi a Trevi ed è stato coordinato dal segretario regionale Filca Cisl Umbria Emanuele Petrini, è stato motivo di approfondimento e confronto del settore delle costruzioni. Partendo da una descrizione della situazione economico-occupazionale, che ha visto in questi primi 6 mesi dell’anno scendere a sotto 10 mila iscritti gli addetti alle due casse edili provinciali, molti dei quali in cassa integrazione, il segretario generale regionale Filca Cisl Umbria Tino Tosti ha tracciato le linee guida per un rilancio del settore, che si deve basare su un’idea di edilizia diversa. “Riuso” è stata la parola chiave che è stata utilizzata per indicare la strada di un nuovo modo di concepire un settore che in Umbria si caratterizza per la prevalenza di piccole e piccolissime imprese con le poche strutturate in grossa difficoltà. Partendo da questa consapevolezza, Tosti ha sottolineato la necessità di dare maggiore spazio a proposte di edilizia urbana, che in prevalenza si caratterizza per progetti immediatamente cantierabili e che andrebbero ad incidere positivamente anche sulla qualità della vita dei cittadini. Tra gli esempi riportati, quelli delle piste ciclabili, dei marciapiedi e degli spazi verdi. La Filca Cisl, che ha visto l’intervento al convegno del segretario nazionale Franco Turri, nel proporre questo cambio di passo ha sottolineato il ruolo strategico della formazione per il rilancio del settore. Una formazione collegata all’utilizzo degli ammortizzatori sociali e al reimpiego dei lavoratori attraverso la Borsa Lavoro (Blen.it) realizzata con il contratto e “Amico Lavoro”, lo strumento di intermediazione gestito direttamente dalla Filca Cisl.

 

A rinforzare il concetto che vede la crisi dell’edilizia, anche nel territorio di Foligno, come un tassello grosso e pesante in un puzzle di crisi internazionale che sempre di più si è fatta sentire dalle imprese, dai cittadini, dai lavoratori e dai pensionati è stato il segretario regionale Cisl Umbria Pierpaola Pietrantozzi, che ha sottolineato l’esigenza di rivedere il modello regionale di sviluppo ed economico umbro. Per questo è stata ribadita la necessità di ridare ossigeno ai motori dello sviluppo, ma anche di sostenere le imprese più virtuose, valorizzare il settore manifatturiero, rivedere il modello fiscale in una logica di maggiore equità e, quindi, rendere possibile un rilancio dei consumi da parte dei cittadini. In questo processo il sindacato assume una grande responsabilità, essendo proprio esso il principale attore dei corpi intermedi della nostra società.

 

Hanno partecipato ai lavori il docente dell’Università di Perugia professor Mariano Sartore,  l’assessore regionale allo sviluppo economico Vincenzo Riommi, il responsabile Ante territoriale Foligno Gianluca Ciani, il presidente Ance Perugia Massimo Calzoni, Giuseppe Metelli dell’associazione industriali Foligno, il responsabile Cna Costruzioni Umbria Pasquale Trottolini, il presidente di Confartigianato Foligno Giovanni Bianchini. Al convegno erano presenti il segretario generale regionale Cisl Umbria Ulderico Sbarra e il segretario regionale Cisl Umbria Francesca Rossi.



venerdì 4 luglio 2014

Contratti di solidarietà nella grande distribuzione



La crisi ed il crollo dei consumi non risparmiano nemmeno la grande distribuzione, nei punti vendita di Magione di Unieuro e Mercatone Uno le ristrutturazioni aziendali ed il calo dei consumi determinano una riduzione delle ore di lavoro per gli addetti.
In entrambe le strutture sono in essere contratti di solidarietà difensiva, che mantengono i livelli occupazionali ma determinano un impoverimento delle retribuzioni degli addetti.
Le segreterie nazionali di Filcams/ Fisascat/ Uiltucs e le articolazioni territoriali seguono con attenzione l'evolversi della situazione e si auspicano che i piani industriali elaborati dalle 2 catene possano nel breve tempo riportare serenità tra gli operatori di vendita.

All'Umbria serve il coraggio di cambiare

E’ questo il messaggio che è stato lanciato dall’incontro organizzato dalla Cisl e dalla categoria della Funzione pubblica con i quadri e delegati sindacali del settore Enti locali (regione, Provincie, Comuni, Comunità Montane) al quale ha partecipato anche il professor Francesco Clementi dell’Università di Perugia,già componente della Commissione per le riforme costituzionali nominata dal Governo italiano in questa legislatura e, in Umbria, coinvolto a titolo gratuito sulle riforme endoregionali in corso alla luce della c.d. riforma Delrio che cancella le province.

L’incontro, presieduto dal segretario Fp Cisl Ubaldo Pascolini, è stato introdotto dal segretario Cisl Claudio Ricciarelli, il quale ha illustrato il processo di riforma istituzionale in atto in Umbria a seguito alla Legge Delrio e le idee della Cisl per modernizzare e rendere inclusivo il sistema istituzionale umbro e, con esso, migliorare i servizi per i cittadini, favorire la crescita economia e il lavoro, promuovere coesione sociale e contrastare le disuguaglianze, valorizzando il lavoro pubblico.

Con il processo di riforma istituzionale si dovranno affermare in Umbria alcuni principi essenziali, quali:

Semplificazione dei livelli istituzionali passando dagli attuali 5 a 3,
Responsabilità (ogni funzione pubblica deve essere intestata ad un solo livello istituzionale e a questa devono corrispondere risorse, dotazioni organizzative e personale)
Sussidiarietà per avvicinare i servizi ai cittadini e coinvolgereattivamente i corpi sociali vitali della società regionale alla gestione dei beni comuni.
Efficienza efficacia ed economicità dei servizi della Pubblica amministrazione, riducendo l’invadenza impropria della politica nella sfera di gestione, responsabilizzando e selezionando al meglio la dirigenza, facendo prevalere il merito e non l’appartenenza nei meccanismi di selezione del personale.

Ricciarelli ha insistito in particolare sull’esigenza di un’attuazione coerente della Legge Delrio in Umbria che consenta una chiarezza di compiti, funzioni e responsabilità chiare fra i tre livelli istituzionali, mettendo in parallelo il processo di riattribuzionedelle funzioni alle nuove Provincie con il processo di elezione dei nuovi organi eletti e autogovernati dai sindaci.

Per la Cisl è importante che nello smontare e rimontare le funzioni delle attuali Provincie ci sia un disegno chiaro e una visione condivisa: la Regione come livello di programmazione e legislazione, i Comuni come livello di gestione, le nuove Provincie come Enti intermedi di gestione di funzioni di area vasta, assorbendo le residue funzioni amministrative delle ex comunità montane e il personale interessato.

La Cisl chiede di fare una scelta che consenta di riunificare ad ununico soggetto le funzioni relative al mercato del lavoro, formazione professionale e servizi per l’impiego per favorireun’azione più efficace a sostegno del lavoro e dell’occupazione.

Si dovrà infine favorire un processo uniforme di associazionismo dei piccoli comuni in tutta la Regione che stimoli partecipazione dei cittadini e ricadute positive per le comunità locali nella qualità, quantità e costi dei servizi e dell’azione amministrativa.

Inoltre, il segretario Pascolini ha posto l’attenzione sulla necessità di tutelare e valorizzare il personale in questo processo di riforma dando seguito agli accordi con garanzie sulla certezza di lavoro,anche per i precari, mantenendo lo status giuridico e trattamentieconomici, valorizzando le professionali anche con percorsi di formazione e riqualificazione là dove è necessario.

Per questi obiettivi il sindacato della funzione pubblica, unitariamente, ha predisposto un documento di proposte che intende sostenere anche con azioni di pressione sindacale come quella prevista per il 7 luglio davanti alle prefetture di Perugia e Terni.

Il professor Francesco Clementi, nel suo apprezzato intervento, ha sottolineato l’esigenza di mettere in sintonia la riforma istituzionale regionale con il processo più complessivo di riforme costituzionali avviato dal Governo nazionale con particolare riferimento anche al Titolo Quinto sulla legislazione concorrente fra Stato e Regioni.

Inoltre, ha sottolineato il professore, si dovrà fortementesemplificare il processo amministrativo regionale, affermando il principio di “un soggetto, una funzione, una risorsa”. Importante sarà anche collegare il processo di riforma dell’assetto istituzionale dell’Umbria alla futura legge elettorale e all’adeguamento dello statuto con l’obiettivo di ridurre l’invasività della politica e suoi costi impropri, avvicinando l’eletto agli elettori, lungo, in particolare, tre principi: di responsabilità, di trasparenza e di sussidiarietà. D’altronde, ha continuato il professore la Regione dell’Umbria si merita “un nuovo metodo - più aperto, meno intermediato, più attento all’ascolto - nella gestione dei rapporti tra cittadini ed istituzioni; un metodo che  –ha concluso – rappresenta già l’inizio del merito per un cambiamento non più rinviabile.