venerdì 31 luglio 2015
Operazione trasparenza
giovedì 30 luglio 2015
Chi va da se pensa a te?
mercoledì 29 luglio 2015
Aggiornamento trattativa rinnovo CCNL distribuzione cooperativa
Le parti datoriali hanno ampiamente presentato lo stato di difficoltà dei consumi dovuto al perdurare della crisi, contesto che mette in difficoltà i bilanci delle imprese cooperative e che obbliga le stesse a rivedere le proprie politiche e i costi sostenuti. In questo ambito è stato presentato il nuovo modello di politiche commerciali di Coop Italia che si pone l'obiettivo principale di diminuire i prezzi a scaffale e non solo attraverso la leva promozionale.
Sulla base di questo le imprese cooperative hanno affrontato il confronto sul rinnovo del contratto nazionale dichiarando per l'ennesima volta la necessità di ridurre le differenze di costo dal contratto applicato dalla concorrenza, specificando che se il contratto a cui fanno riferimento è quello di Confcommercio, il rinnovo dovrà tenere in considerazione quanto avverrà in Federdistribuzione.
Secondo le imprese cooperative si entrerà nel merito della trattativa partendo dalle loro richieste che prevedono: ulteriore intervento sul capitolo delle cooperative minori, intervento sulla retribuzione della malattia così come previsto dal contratto di Confcommercio, conferma delle 40 ore settimanali per i neo assunti, intervento sul sistema di classificazione parificandolo a quello di Confcommercio, riduzione delle maggiorazioni parificandole a quello di Confcommercio, dedicare un apposito capitolo al Mezzogiorno.
Se pur pare non sia presente sul tavolo la volontà delle imprese cooperative di passare al CCNL TDS, così come paventato nei precedenti incontri, le organizzazioni sindacali hanno escluso che possa essere affrontato un rinnovo del contratto della cooperazione nell'ambito delle richieste presentate, che, oltre a non tenere in considerazione la piattaforma rivendicativa sindacale, eliminerebbe di fatto tutte le parti salariali distintive che le parti hanno contrattato negli anni.
Il prossimo incontro sarà programmato nel mese di Settembre, Filcams CGIL, Fisascat CISL e UILTuCS si sono riservate di verificare con le delegazioni la propria posizione considerata l'impossibilità di avviare su queste basi un confronto che possa ritenersi costruttivo.
venerdì 3 luglio 2015
L'assemblea Maran e R&S chiede chiarezza e respinge l'accordo
L’ assemblea dei lavoratori Maran e R&S di Spoleto, tenutasi giovedì 2 luglio congiuntamente alle organizzazioni sindacali della Fisascat Cisl e della Filcams Cgil di Perugia, dopo una attenta analisi della proposta avanzata dalla società, in merito ad un contenimento dei costi del lavoro per un periodo di 6 anni, con lo scopo di mantenere i livelli di competitività nei confronti delle aziende concorrenti che usano in modo massiccio i contratti di collaborazione a progetto, ha deciso di respingere la proposta presentata dall’azienda nelle settimane scorse e di dare mandato alle OO.SS. di mantenere vivo il confronto con l’azienda.
Purtroppo il problema della competitività è una cosa che in parte esiste, visto che il governo ha pensato bene, con le norme sul Job Act, di mantenere i contratti a progetto nei call center.
Ai lavoratori, in primo luogo, preme avere certezze sugli assetti della proprietà e sulle prospettive per il futuro, sapere se la proprietà rimarrà con l’attuale assetto, oppure se esiste una reale concretezza alle voci di trattative di vendita dell’azienda.
Non si possono chiedere ulteriori sacrifici ai lavoratori da una parte e non avere certezze per il futuro dall’altra.
Le Organizzazioni sindacali e i lavoratori, hanno ben presente l’importanza che riveste oggi il posto di lavoro, soprattutto a Spoleto, ma nello stesso tempo non possono sottovalutare che i livelli salariali della stragrande maggioranza dei lavoratori è già stata ridotta per favorire la stabilizzazione .
Per queste motivazioni le Organizzazioni sono disponibili a continuare il confronto con la direzione aziendale per
avere chiarezza e trovare tutte le soluzioni possibili che non penalizzino i lavoratori ulteriormente e che siano di in grado di mantenere competitivo il gruppo Maran.