giovedì 19 marzo 2015

Grande criticità per il punto vendita Mercatone Uno di Magione


La grave crisi del gruppo Mercatone business colpisce anche gli addetti del punto vendita di Magione, dopo che l'azienda ha presentato richiesta di concordato presso il Tribunale di Bologna, nel quale è stato presentato un piano di salvataggio che prevede la cessione di 34 dei 72 punti vendita di tutto il territorio nazionale, da martedì abbiamo preso coscienza che il p.v. di Magione non rientra tra quelli che resteranno aperti.

La Fisascat Cisl, dopo aver avuto un confronto con l'assessore regionale e in costante contatto con il sindaco di Magione, sta partecipando al tavolo nazionale di crisi strutturato presso Il Ministero dello Sviluppo Economico che verrà riconvocato il 1' di Aprile, allo stesso tavolo, vista la gravità della situazione che vede coinvolti circa 4000 dipendenti diretti in tutta Italia, oltre a tutto l'indotto, verràinvitata a partecipare anche la Regione Umbria insieme a tutte le altre regioni italiane, al fine di trovare le più ampie disponibilità funzionali ad individuare strumenti ulteriori in grado di salvare la difficile situazione.

Nel punto vendita di Magione sono occupati circa 40 dipendenti, donne e uomini che nell'azienda hanno visto crescere le loro professionalità,  per i quali il futuro occupazionale e' appeso all'eventuale disponibilità a rilevare l'attività da parte di un operatore commerciale interessato al singolo punto vendita, in quanto tra i 34 punti vendita oggetto della proposta di concordato non rientra quello umbro.

Stante l'attuale  situazione l'azione delle istituzioni e del sindacato in questa fase deve essere orientata a ricercare, all'interno dell'unità di crisi, le eventuali manifestazioni di interesse ed a rendere il piùpossibile "appetibile" il punto vendita di Magione, che nel corso degli anni e' sempre stato tra quelli maggiormente profittevoli all'interno del panorama Mercatone Uno, salvo poi subire un calo del fatturato anche per il gravoso onere dell'affitto dell'immobile.

Aspettiamo con fiducia i prossimi incontri al Ministero dello Sviluppo Economico coscienti del fatto che per i lavoratori di Magione la strada è tutta in salita.


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