venerdì 24 aprile 2015

MERCATONE UNO COME WHIRPOOL INDESIT, A RISCHIO LICENZIAMENTO 1360 LAVORATORI E LA CHIUSURA DI 34 PUNTI VENDITA RAINERI (FISASCAT): “TERZIARIO E INDUSTRIA SETTORI CORRELATI, MAGGIORE ATTENZIONE DA PARTE DEL GOVERNO”

Roma 22 aprile 2015 – Mercatone Uno e Whirpool Indesit, due crisi apparentemente diverse ma con la stessa origine: domanda interna anemica e scarsa propensione all’acquisto in un mercato che ha vanificato le opportunità dell’Ecobonus. Con buona pace degli analisti, che parlano di un ritorno del clima di fiducia nelle intenzioni di acquisto degli italiani, chi produce i grandi elettrodomestici è costretto a chiudere in Italia e a delocalizzare, mentre chi li commercializza può solamente chiudere i battenti. Il rischio è duplice: alla desertificazione industriale farà inesorabilmente seguito l’impoverimento dell’offerta commerciale. E come corollario una perdita dell’occupazione che peserà negativamente sulle prospettive di crescita del Paese.
Il Terziario dunque alla stessa stregua dell’Industria, parte di una filiera in crisi, forse irreversibile. Mercatone Uno come Whirpool Indesit. Già, perché il numero dei lavoratori a rischio licenziamento immediato guarda caso coincidono: 1350 quelli della multinazionale statunitense che ha annunciato la chiusura di tre stabilimenti italiani, stesso destino beffardo per i 1360 addetti dei 34 punti vendita del noto marchio della vendita dei mobili e complementi d’arredo per i quali il Tribunale di Bologna ha autorizzato la svendita speciale delle merci, operazione che si concluderà il prossimo 26 aprile con lo svuotamento totale dei magazzini. 
L’incertezza sul futuro in realtà riguarda tutti i 4.000 fra lavoratori ed associati in partecipazione di Mercatone Uno; non è stata ancora formalizzata alcuna proposta di acquisizione da parte di un potenziale investitore,~di cui la direzione di Mercatone Uno ha riferito a più riprese ai sindacati , che, comunque, stando alle ultime notizie divulgate sui media, dovrebbe riguardare solo una parte dei 79 negozi. 
La Fisascat nei giorni scorsi si era espressa positivamente sull’emissione del decreto del ministero dello Sviluppo Economico, che ha formalmente accolto l’apertura della procedura di Amministrazione Straordinaria Speciale per le grandi imprese in crisi avviata dal Gruppo Mercatone Uno. Per la categoria cislina infatti il ruolo del Mise e dei commissari da esso nominati dovrebbe costituire una garanzia di maggiore trasparenza nella gestione e valorizzazione degli 
asset aziendali e circa gli esiti di una vicenda societaria complessa, dove non si è mai peraltro assistito alla presentazione di un piano industriale per lo sviluppo.
“Come sulla vertenza Whirpool Indesit crediamo sia doveroso accendere i riflettori anche sulla delicata vicenda di Mercatone Uno – ha stigmatizzato il segretario nazionale della Fisascat Vincenzo Dell’Orefice – le lavoratrici ed i lavoratori, quando rischiano di perdere il posto di lavoro, dovrebbero essere tutti uguali e ricevere la stessa attenzione”. “Mercatone Uno – ha proseguito il dirigente sindacale – è un caso emblematico della sottovalutazione dei rischi che il Paese sta correndo: ci potremmo ritrovare, in tempi brevi, ad essere un mercato periferico e di nessun interesse per gli investitori nazionali ed esteri”.
“Il settore del terziario, come il settore industriale merita un’attenzione maggiore anche da parte del Governo e delle istituzioni – ha infine aggiunto il segretario generale della categoria cislina Pierangelo Raineri – considerato che produzione industriale e vendita commerciale sono comparti strettamente correlati e sui quali hanno pesato significativamente gli effetti della recessione e della crisi dei consumi, purtroppo anche in termini di perdita di posti di lavoro”. 

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